L'usabilità non è reazionaria e la creatività
non è (necessariamente) rivoluzionaria
di Salvatore Romagnolo
Abbiamo deciso di pubblicare oggi su
Apogeonline, in contemporanea, due articoli su un dibattito in
corso in questi giorni intorno a un tema, come si dice, caldo:
la Web Usability. Umberto Santucci, nel suo articolo, affronta
molti dei temi in discussione. Io mi limiterò a lanciare
alcuni sassi in piccionaia. Nella speranza che tutto ciò possa
aiutare il dibattito e la riflessione
Il dibattito è partito da
un articolo di Franco "Bifo" Berardi,
pubblicato sul sito di MediaMente: «...l'idea che si
afferma attraverso la definizione di criteri di web-usability
è quella dell'automatizzazione dei processi di interpretazione
e di navigazione. Dietro la semplificazione della navigazione
si intravede la trasformazione della rete in una sorta di
percorso prestabilito che segue strade precostituite verso
destinazioni che poi sono facilmente intuibili: comprare,
comprare, comprare. Making things easy (facilitare le cose)
è il principio guida per la trasformazione della rete in un
sistema di potere economico e politico rigido, automatico,
inevitabile».
In poche parole: la Web Usability sarebbe uno
dei tanti Cavalli di Troia del capitalismo per colonizzare il
cervello degli utenti della Rete trasformandoli in consumatori
cronici e acritici. Una sorta di strumento in più in mano ai
grandi plagiatori di coscienze.
Dice ancora Berardi a conclusione del suo
ragionamento: «Internet non è un medium che deve sacrificare
ogni cosa alla creazione di opportunità economiche ma una
sfera di creazione nella quale si pongono delle domande
estetiche, delle ricerche di significato, cioè della
comunicazione vera, e non prestampata a uso e consumo di
commercianti e di utenti conformisti».
Traduzione: se un designer si pone il problema
di progettare caffettiere che non provochino scottature quando
si versa il caffè , fa il gioco dei commercianti che vogliono
farci diventare dei caffeinomani. Se un ingegnere esegue studi
su come progettare automobili più comode ed ergonomiche da
guidare, fa la stessa cosa: ci vuole rendere sempre più
schiavi dell'auto e degli stili di vita ad essa legati.
Proposta implicita: lanciamo un appello agli ingegneri
democratici perchè progettino automobili scomode e presto la
gente andrà in bicicletta con grande sollievo per l'ambiente.
Proseguendo nel ragionamento scopriamo cose che
non avevamo mai immaginato. Ad esempio, che facendo la spesa
online su www.prontospesa.it e volendo comprare
dodici cartocci di latte, dobbiamo cliccare dodici volte
sull'immagine del prodotto per aggiungere al nostro carrello
la quantità di latte desiderata. Al dodicesimo clic saremmo
esasperati, ma, rendendoci conto che, in questo caso, i
nefasti principi di Jakob Nielsen non sono stati recepiti, che
i precetti reazionari della usability, che ci avrebbero magari
consentito di comprare tutt'e dodici i cartocci di latte con
un solo clic, sono stati intelligentemente rigettati dal
democratico webmaster, tiriamo un sospiro di sollievo.
La usability della quale parla Jakob Nielsen
in realtà una cosa molto semplice. E' quella cosa che lo stesso
Berardi invoca quando va a comprare un libro online e non lo
trova perchè informazioni, sul sito in questione, sono
state organizzate in modo astruso o perchè, una volta trovato
il libro, è difficile da acquistare perchè non si capisce dove
bisogna inserire i dati della propria carta di credito.
Esperienze di questo tipo sono all'ordine del giorno per
milioni di utenti della Rete.
Provate, ad esempio, a fare la spesa sul sito
di Bofrost, una nota catena di vendita
diretta di prodotti surgelati di buona qualità . La prima
tentazione, dopo tentativi infruttuosi,è quella di spegnere
il computer e chiamare il Numero Verde. Immaginiamo che buona
parte dei webmaster italiani facciano uso di prodotti
surgelati e che una parte di loro si rivolga a Bofrost. Diamo
anche per scontato che la maggior parte di loro preferisca
usare Internet, magari in una pausa di lavoro, per ordinare.
Se i webmaster in questione sono quelli che hanno ormai in
odio Jakob Nielsen, il "Grande Moralizzatore", il "Censore" di
ogni creatività , il "Catone del Web", ameranno questo sito,
sul quale non c'è traccia alcuna di usability. Comprare su
www.bofrost.it richiede una certa perseveranza e una buona
dose di pazienza. Nulla è banale. Il sito non è come quelle
automobili con i pedali di freno, frizione e acceleratore al
solito posto; qui c'è da divertirsi, è tutta una scoperta: il
freno è sul volante, l'acceleratore lo si spinge col naso e la
frizione attivando un'interfaccia vocale tramite un urlo. Uno
spasso. Ma per comprare tre pizze surgelate ci impiegate un
paio d'ore. Sempre ammesso che ci riusciate. Questo non
è un
sito al servizio del consumismo. E nemmeno del consumatore.
Berardi, nel suo articolo, ripreso e commentato
positivamente da molti webmaster italiani in varie liste di
discussione, parte da un'esigenza molto sentita nel mondo del
Web design: dare spazio alla creatività , alla produzione
artistica, a un tipo di comunicazione che non abbia come
obiettivo principale favorire la facilità di utilizzo, ma
gratifichi, soddisfi la voglia di bello che c'è anche sul Web,
dando spazio alla ricerca. Esigenza legittima, anzi nobile,
soprattutto in Italia, Paese di grandi tradizioni artistiche e
di design creativo.
Jakob Nielsen, massima autorità mondiale nel
campo della Web Usability, sostiene nel suo libro, "Designing
Usability", che l'usabilità e l'artisticità confliggono.
«Art
versus Usability», sono le sue parole esatte e non richiedono
ulteriori commenti. Nielsen propone ai webmaster un approccio
che molti di loro cominciano a vivere come un'oppressione e il
sentimento negativo, tra i webmaster nazionali, nei confronti
del principale guru dell'usabilità , è montante. Nielsen viene
vissuto come una sorta di "moralizzatore bacchettone", che non
consente di usare grafica, e immagini, animazioni in Flash,
per rendere i siti più belli, più creativi; mortifica lo
spirito e decine di loro ormai in coro affermano: «Di Jakob
Nielsen non ne possiamo più, i siti fatti secondo le sue
indicazioni sono tutti uguali. E brutti».
Anche in questa affermazione c'è del vero, ma
le argomentazioni sono poste in modo confuso, finendo per dire
cose senza senso. Gli ambiti per la creatività esistono e sono
parecchi, ma circoscritti. Come per un'automobile, un sito Web
deve rispettare degli standard, per non obbligare l'utente a
imparare, ogni volta, a guidare di nuovo. All'interno di
questi standard la creatività si più esprimere in modo pieno.
Le auto italiane sono famose nel mondo per il loro stile, per
il design. Non per questo hanno sedili scomodi o volanti a
forma di scolapasta.
Inoltre, ci sono ambiti per la ricerca e la
creatività : tutti i siti che non hanno un fine commerciale,
che sono promossi da enti, privati o anche aziende, che non
hanno come fine ultimo, esclusivo, quello di essere strumento
di lavoro o di commercio. Anche sul Web ci si esprime in modo
artistico e il Web stesso sta diventando un nuovo supporto
artistico, come la tela di un pittore o la materia sulla quale
interviene uno scultore. Ovviamente, se si tratta di dipingere
delle strisce pedonali, meglio non affidarsi a un artista,
potrebbe risentirne la sicurezza stradale. E un incrocio
pedonale, di conseguenza, non è il posto giusto per dare
libero sfogo alla propria creatività .
E fin qui abbiamo parlato di siti commerciali.
Ma esiste una realtà , quella della pubblica amministrazione,
che ormai utilizza il Web per dialogare con i cittadini o per
offrire lorto servizi di vario tipo. In questo caso
l'usabilità non è solo una necessità , ma un obbligo. Chi
accede ad un sito pubblico ha il diritto di non fare fatica
nel reperire le informazioni o nell'utilizzare un servizio. Ha
il diritto ad accedere in modo semplice alle risorse che cerca
senza animazioni in Flash, grafica ridondante, o musichette
che lo accompagnano come una maledizione. Ha il diritto di
capire cosa succederà cliccando su un link prima ancora di
farlo e senza aspettare minuti per visualizzare la pagina. E
questo, soprattutto, se si tratta di un ragazzo (o un bambino)
o un anziano. Per non parlare dei portatori di handicap.
La usability è semplicemente un insieme di
conoscenze per facilitare l'uso del Web. Un insieme di
conoscenze fatte di ricerca scientifica e pratica quotidiana.
per l'ergonomia del Web. Certo, se ne avvantaggeranno anche
tutti i commercianti online che sapranno farne buon uso.
Sostenere che si tratta di una dottrina reazionaria è pura
farneticazione ed equivale ad invocare sedie scomode e
automobili inguidabili, oggetti sadici che hanno il solo
merito di non fare il gioco di «commercianti e utenti
conformisti». Ma nemmeno quello degli altri utenti della Rete.